Due cose colpiscono del vangelo di oggi. La prima è la coda di paglia di Erode che davanti alla fama di Gesù si sente ancora rodere la coscienza dell’omicidio di Stato di Giovanni Battista: <<Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui>>.
E questo ci fa dedurre che ciò che ci spaventa dice in fondo qualcosa di vero di noi. La seconda cosa che colpisce del Vangelo di oggi è la scorretta” predicazione dello stesso Giovanni Battista: <<Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: “Non ti è lecito tenerla! >>.
In fondo Giovanni sembra ingerire in affari privati di Erode. Forse come politico non era niente male, allora perché andare a toccare la sfera privata? Un caso simile nel mondo di oggi avrebbe solo scatenato i sorrisini e i rotocalchi di gossip, ma certamente non avrebbe indignato nessun Battista. Ma questo perché ci sfugge un piccolo dettaglio: l’unità della persona. A Giovanni non sta a cuore solo la politica e l’economia del suo paese. A Giovanni sta a cuore anche Erode.
Ed è troppo opportunistico prendersi di una persona ciò che ci conviene e chiudere gli occhi davanti a ciò che non ci piace ma che in fin dei conti non ci toglie nulla. Giovanni invita Erode a convertirsi perché a Dio non interessa se siamo bravi a fare qualcosa, ma quanto riconciliati siamo interiormente. Solo una persona che è “una” dentro e fuori, senza conflitti, può anche sperimentare cosa significa essere felici. Diversamente è come tenersi uno straordinario medico che è bravissimo nel suo mestiere, ma che ci prova con tutte le infermiere e colleghe, devastando la sua famiglia.
A noi serve come medico perché bravo, ma a lui invece chi ci pensa? Questo era Giovanni. E per questo è stato ucciso, perché ha fatto quello che non piace a nessuno: ha detto a qualcuno la verità in faccia, così come fa ogni coscienza che funziona.
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Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14, 1-12
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Parola del Signore.