C’è una grande intraprendenza che va riconosciuta a Marta. Ne parliamo spesso male quando leggiamo la pagina del. Vangelo di oggi, ma la verità è un’altra. È il suo “fare” che porta Gesù in casa.
Né Maria, né tanto meno Lazzaro sarebbero capaci di questo. Marta sì! Detto questo però va subito rimessa al centro la questione principale: <<Marta invece è tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”>>.
Non solo Marta è completamente assorbita dal suo fare, ma reputa uno sgarbo nei suoi confronti la scelta alternativa di Maria: <<Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola>>.
Chi si vive male le cose come Marta si meraviglia del perché gli altri non vivano nello stesso loro modo. È lì che nasce una sorta di sindrome dell’incompreso: <<Devo fare tutto io, e agli altri non importa nulla!>>; <<Se non faccio io le cose non le fa nessuno!>>; <<Se scomparissi da questa casa vorrei sapere davvero come fareste!>>.
In fondo c’è una verità in queste affermazioni, ma c’è anche un grande torto: nessuno è indispensabile, e alla fine ciò che conta è non Perdere se stessi nel tentativo di fare anche la cosa giusta. Ecco perché Gesù corregge così la visuale distorta di Marta: <<Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta»». È questo ciò che conta nella vita: non perdere mai di vista l’essenziale.
Noi invece sembriamo esperti proprio in questo. Le molte faccende e preoccupazioni della vita ci fanno perdere di vista il motivo vero per cui valgono la pena. E quando lo stesso meccanismo ce lo portiamo nella vita spirituale allora è li che scattano ragionamenti che certe volte non diciamo nemmeno ad alta voce ma che animano le nostre scelte: <<La preghiera mi sembra una perdita di tempo, fammi fare qualcosa di utile!>>.
Ma non c’è nulla di più utile che pregare!
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Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11, 19-27
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Parola del Signore.