Il Vangelo di oggi sembra spiegare nella maniera più chiara quali sono le condizioni in cui si può davvero prendere sul serio Cristo. E queste condizioni si manifestano con una rottura totale delle aspettative iniziali che ognuno di noi si porta dentro.
Innanzitutto le aspettative materne, cioè di ricerca di Dio come la sicurezza di una casa, di un nido, di un rifugio dove nascondersi: “Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»”. Dio non serve come una rassicurazione. Egli non è un rifugio dove nascondersi dalla vita.
La seconda condizione riguarda le aspettative paterne che ci abitano e che sono la rottura di una ricerca di soli doveri e di relazioni strutturate secondo la semplice logica mondana: “«Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va’ e annunzia il regno di Dio»”. Infatti fintanto che vivremo la fede come un semplice sentirci in dovere di qualcosa, allora non riusciremo mai veramente ad andare oltre lo schema e le regole.
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La terza condizione è liberarsi dalle aspettative del nostro io che non vogliono mai rinunciare alle proprie sicurezze identitarie e che pur di non lasciarsi mettere in discussione sono disposti a rimanere sempre in ostaggio del passato: “«Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio»”.
È sempre difficile per noi scoprire che dietro a quello che pensiamo di essere, è nascosta una persona che ancora non conosciamo e che Gesù rivela un po’ alla volta. E’ l’esperienza di Simone che si scopre Pietro un po’ alla volta grazie a Gesù. La rinuncia a queste tre aspettative ci mette nella condizione migliore per seguire Gesù: niente rassicurazioni, niente ricerca di schemi e niente paranoie con il nostro io.
Fonte: nellaparola.it
NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK DI DON LUIGI
Tre modalità di sequela sono raccontate nel Vangelo di oggi. Il primo sembra offrire al Signore tutta la sua disponibilità ma Gesù non accetta: “«Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»”.
Si deduce dalla risposta di Gesù che quest’uomo stava cercando in Cristo una “tana”, cioè una rassicurazione, e troppo spesso la religione può diventare un modo per scappare dalla drammaticità della vita e non per affrontarla. Nel secondo caso è Gesù a prendere l’iniziativa ma la risposta sembra mettere davanti a questa proposta un impedimento grave: “A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va’ e annunzia il regno di Dio»”. […] Continua a leggere qui.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK