“Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?”.
Sembra così ovvio quello che Gesù afferma che ci verrebbe da pensare che effettivamente lo sia. Ma la verità è un’altra: nessuno metterebbe a rischio le sue novantanove pecore per andare alla ricerca di una sola smarrita. Quello che per noi non è scontato, per Dio invece è ovvio. Ognuno di noi è quella pecorella smarrita.
Ognuno di noi prima o poi si ritrova perduto da qualche parte, ed è bello pensare che siamo amati di un amore che rischia sempre tutto per noi, anche se noi non siamo convenienti, anche se noi non risultiamo un rischio da correre. Per Gesù ognuno di noi vale tutto. Uno è runico numero che Dio conosce diceva un grande teologo.
E quando ci fermiamo a domandarci perché, l’unica cosa che possiamo constatare è solo una Sua immensa gioia nel far questo: “Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta”. Perché è felice? Perché gli diamo gioia?
Credo che questo sia un mistero come Io stesso motivo del perché ci ha creati, del perché ha mandato suo Figlio a morire per noi, del perché ci abbia introdotti nel suo Amore trinitario. Rimane un mistero il vero motivo, forse perché noi non accettiamo di essere amati senza un motivo calcolabile come noi solitamente facciamo.
È un dato di fatto che la nostra vita lo riempie di gioia. Che la nostra felicità lo fa felice. Che la nostra realizzazione gli dà Gloria.
Possiamo solo constatare di essere amati così, e penso che dobbiamo arrenderci davanti ad ogni tentativo di volerne dare per forza una spiegazione. Non è forse l’esperienza di questo amore che ci salva la vita che rende.ciascuno di noi unico e irripetibile?
Noi non siamo amati come tutti. Noi siamo amati come nessuno mai. Ognuno di noi può dire che non solo esiste un solo Dio, ma che per Dio esiste sempre “solo” ognuno di noi.
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Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 15, 3-7
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Parola del Signore.