Chi ha la coscienza sporca non vive una vita serena, perché per quanto possa sembrare che con la violenza, la prepotenza, e la forza si ottiene tutto, la verità è che chi si mette contro la propria coscienza vive in una latente e difensiva paura, e proprio per questo vede sempre e solo nemici da cui difendersi e pericoli a cui scampare.
Questo lo sapeva bene Erode: <<Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: “Giovanni è risuscitato dai morti”, altri: “È apparso Elia”, e altri ancora: (‘È risorto uno degli antichi profeti” La confusione regna sovrana lì dove opera il male, perché non si ha mai la capacità di vedere lì dove opera il buio.
Se certe volte il nostro giudizio e la nostra capacità di discernere è in preda alla confusione, forse è perché dovremmo innanzitutto prendere distanza dal buio che abbiamo cercato o che abbiamo subito e che la teologia chiama “esperienza del peccato”. Infatti un autentico discernimento nasce da una autentica riconciliazione. Solo dopo che hai rotto con le tenebre puoi anche sperare di vedere qualcosa. Voler fare discernimento e rimanere invischiati in situazioni di peccato significa non venirne mai a capo. <<Ma Erode diceva: “Giovanni l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?”. E cercava di vederlo>>.
È bello però pensare che nonostante la situazione strutturalmente sbagliata di Erode, egli conservi un desiderio di voler vedere Gesù. Forse sarà stata solo paura o curiosità, ma sta di fatto che dentro di lui c’è il desiderio di volerlo vedere.
Credo che sia così nel cuore di ogni uomo. Infatti anche nella persona più lontana, più incattivita e più corrotta, si trova traccia di un simile desiderio. Il Vangelo racconta spesso storie così. Zaccheo ne è una molto simile. Di certo però è un’indicazione per noi: non c’è situazione della vita, seppur sbagliata, che possa sopprimere fino in fondo un desiderio di Cristo, come desiderio di senso e di significato a cui aspiriamo nonostante ciò che siamo diventati.
Commento a cura di don Luigi Maria Epicoco.
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Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9, 7-9
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Parola del Signore