Vorrei che rallentassimo il breve racconto di oggi per cogliere tre sfaccettature:
“Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla”.
Non è al prima volta che nel Vangelo si dice che la folla impedisce a chi desidera incontrare Gesù di arrivare ad incontrarlo. La folla paradossalmente sono quelli che stanno ascoltando Gesù, quelli che simpatizzano per lui, quelli che forse si considerano anche suoi discepoli. Sembra che il Vangelo voglia suggerirci che c’è un modo di essere credenti che impedisce agli altri di incontrare Cristo.
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Quando uno che si dice cristiano non favorisce con la sua vita l’incontro con Cristo ma lo impedisce con il suo modo di essere, con il suo egoismo, con la sua cattiva testimonianza, questa è una cosa che non può rimanere senza conseguenze. Il secondo aspetto del Vangelo è la preghiera di intercessione che giunge a Gesù:
“Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti»”.
Esplicitare il nostro desiderio è sempre una cosa positiva. Essa rappresenta la prima maniera di pregare. Infatti pregare è dire ciò che ci sta davvero a cuore. Ma la preghiera non è una pretesa e men che meno una magia, è solo il desiderio che attende il dono di essere preso sul serio. Ma i tempi e i modi non ci appartengono:
“Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica»”.
Gesù non sta disprezzando sua madre e i suoi parenti, sta semplicemente dicendo che lì dove c’è qualcuno che lo ascolta e cerca di mettere in pratica ciò che egli dice allora queste persone sono già con Lui anche se hanno la sensazione di essere lontane.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK