Per raccontarci della regalità di Cristo il Vangelo di oggi ci mette sotto gli occhi la scena della crocifissione. In realtà a prima vista non scorgiamo lì nessun Re, ma solo un uomo perdente che muore ingiustamente sulla croce.
Eppure il vangelo ha ragione a insistere che lì c’è la chiave di lettura vera della regalità di Cristo, perché un Re è tale solo se può assumersi la responsabilità di difendere la gente che gli è affidata. Re, in fondo, è una parola che si avvicina molto a responsabilità.
Si è Re quando si è responsabili di qualcuno, cioè quando si è disposti a fare qualcosa per chi ci è affidato. E l’atto più alto di chi esercita una responsabilità nei nostri confronti non è salvarci da quello che viviamo, ma non lasciarci soli in quello che viviamo.
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Eppure tutti moriamo dalla voglia di trovare qualcuno che ci tiri fuori dalle contraddizioni della vita, ecco perchè il ladrone dice: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!».Ma è l’altro ladrone che comprende la vera logica: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
In questi due atteggiamenti si consuma la maggior parte della nostra vita: o siamo arrabbiati perché Dio non fa ciò che ci aspettiamo che Egli faccia, oppure ci fidiamo a tal punto da accettare anche di perdere ma con la grande forza di sapere che non siamo soli e che Chi ci ama si ricorda sempre di noi.
“Gli rispose Gesù: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso»”.
(Commento del 2019).
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Strano Re il nostro che può essere deriso da tutti e riconosciuto invece da un ladro. Ma non è forse questa la logica del Vangelo? Dio non è un evidenza che si impone, ma una presenza che ha bisogno di un cuore capace di vedere ciò che gli altri non vedono. Il buon ladrone ha la vita disastrata, ma il cuore (la compassione) funzionante, infatti prende le difese di un innocente condannato a morte: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
Gesù a un uomo con cuore così si fa riconoscere, per questo egli può pregarlo e ottenere l’insperabile: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK