Se non puoi entrare in cielo passando dalla porta principale, almeno crea le condizioni per poter passare dalla finestra. Questa potrebbe essere una semplificazione del Vangelo di questa domenica.
Gesù invita i discepoli, invita la gente che lo sta ascoltando a ricordarsi che la santità non è semplicemente l’impegno a una radicalità, a un vivere la vita con coerenza, con fedeltà, ci vuole anche un pizzico di furbizia, bisogna essere scaltri nell’essere Santi perché se da una parte noi siamo incostanti, siamo infedeli, se molto spesso non riusciamo a vivere con serietà quello che lui ci domanda.
Ci ha indicato nel Vangelo di questa domenica una strada che comunque ci può portare al cielo: è l’amore per i poveri. Fatevi amici con la disonesta ricchezza dice il Vangelo di questa domenica, cioè ogni volta che doniamo ai poveri, ogni volta che condividiamo con loro è attraverso di loro che magari poi entreremo in paradiso. E’ grazie magari alla mano di qualcuno di loro che noi potremmo stare poi davanti al volto di Cristo.
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L’amore per i poveri e il lavoro su se stessi dovrebbero essere due cose che devono viaggiare sempre insieme perché per il cielo non si entra semplicemente per sforzo personale, ma anche per intercessione di qualcuno che è stato amato da ciascuno di noi, anche se lo abbiamo amato con la disonesta ricchezza.
Perché disonesta? Perché l’abbiamo rubata questa ricchezza, tutta la vita è una disonesta ricchezza, perché una ricchezza che non ci rende felici, perché l’unico che ci rende felici è Dio.
Tutta questa vita in realtà la passiamo in mezzo a una ricchezza che noi gestiamo ma non è nostra. Tanto è vero che nasciamo senza che l’abbiamo deciso noi, poi ad un certo punto moriamo e quindi dobbiamo lasciare l’amministrazione di questa nostra vita, ma in questo viaggio in cui noi combattiamo con la nostra incoerenza non dimentichiamoci dei poveri perché forse un giorno entreremo in cielo proprio attraverso la mano di qualcuno di loro.
Testo trascritto automaticamente dal seguente video del 2019 e non rivisto dall’autore.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK