don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo di oggi, 14 Settembre 2022

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Oggi la liturgia ci fa fare memoria della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Sembra una contraddizione dover festeggiare la Croce, ma il mistero della Croce è il mistero di un Amore che ha dato la vita per ciascuno di noi. Finché non ci lasceremo raggiungere dall’amore crocifisso di Cristo, allora la nostra vita non sarà veramente una vita salvata. Infatti solo quando ti senti amato di un amore totale, gratuito e che dona tutto, solo allora la tua vita è una vita salva.

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”.

La Croce non serve a suscitare sensi di colpa, ma esattamente a distruggerli. Dio non ci ha amati tanto da indurci ad amarlo per contropartita. Egli ci ha amato e basta, senza domandare nulla in contraccambio. Vivere una vita diversa a partire da questo Amore è solo frutto di una nostra libera decisione. Ma nessuno è libero se innanzitutto qualcuno non lo ama. Solo l’amore rende le persone libere. Per questo Dio ci ha amato per primo, e ci ha messo nelle condizioni di essere radicalmente liberi.

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Far arrivare l’Amore di Cristo Crocifisso nella nostra vita significa sperimentare che al di là di quello che abbiamo vissuto o che viviamo, noi rimaniamo radicalmente liberi. Gesù è morto per questo. È morto perché la parte più decisiva di noi potesse esercitare fino in fondo una libertà radicale. Da quel momento in poi nessuna ferita, nessuna malattia, nessuna ingiustizia, nessun male potranno mai sostituirsi alla nostra libertà. Tutte queste cose possono solo condizionarci, intralciare, rallentare, ma mai cancellare la nostra libertà di fondo. Questo fa esclamare a San Paolo una simile affermazione:

“Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal5,1).

Il modo attraverso cui questa libertà c’è stata data è proprio la Croce. Ecco perché oggi è festa. Oggi è liberazione.

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Dovrebbe suscitare sospetto la parola “esaltazione” accanto alla parola “croce”. Si potrebbe pensare erroneamente che l’esaltazione della croce sia l’esaltazione della sofferenza. Ma la verità è un’altra: ciò che come cristiani oggi noi celebriamo con solennità è la Croce di Cristo e non una croce qualsiasi.

E quando diciamo “Croce di Cristo” non ci riferiamo al semplice legno o ai chiodi bensì al modo con cui Egli se n’è fatto carico. Infatti la Croce che salva è il dono di sé. Gesù ha dato la sua vita per ciascuno di noi realizzando in pieno ciò che aveva detto: “nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per gli amici”.

Accogliere la Croce allora non significa andarsi a cercare la sofferenza, ma vivere tutto quello che la vita ci riserva (bello o brutto che sia) domandandoci se lo stiamo vivendo per amore e con la logica del dono. […] Continua a leggere qui.

Fonte: nellaparola.it

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK