โSono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse giร acceso!(โฆ) Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisioneโ.
Che effetto strano fanno le parole di Gesรน nel Vangelo di oggi, ma in realtร hanno il sapore di quegli schiaffi salutari che delle volte servono a svegliarci da certi stati depressivi indotti dalle nostre politiche della giusta misura. Che cosa voglio dire? Semplicemente che piรน mi guardo intorno e piรน mi accorgo della quasi totale mancanza di passione. Non vedo piรน persone appassionate, tutti sono misuratamente poco coinvolti con la vita, con le cose da fare, con gli ideali.
Non si combatte piรน per nulla. Ci si accomoda in una costante crisi, e in un vittimismo che ci fa essere sempre annoiati e depressi. ร proprio vero, ci manca qualcosa per cui โbruciareโ. Bruciare di passione, di iniziative, e perchรฉ no, anche di cadute. La pace che aneliamo รจ una pace finta, fatta con tutti gli antidolorifici che scoviamo. Lโimportante รจ non sentire dolore e fatica e non importa se non sono felice, lโimportante รจ che non mi stanco troppo, che non soffro troppo, che non mi scomodo troppo.
Abbiamo tirato su una generazione di infelici perchรฉ ci siamo convinti che non abbiamo le capacitร di risolvere i problemi. Ci siamo dimenticati che delle volte per diventare noi stessi bisogna fare la fatica di dividersi dalla massa, di distinguerci. Non รจ rinnegare un padre o una madre, ma saper essere noi stessi anche al di lร di loro. Non รจ mettere tutti dโaccordo ma essere tutti vivi e sentire la vita come qualcosa di vivo.
La stanza di un museo la si gestisce certamente meglio di una stanza piena di bambini, ma รจ questโultima che contiene davvero la vita mentre la prima ne puรฒ avere solo sbiadite e inestimabili tracce. Siamo musei o siamo vivi? I reperti da museo si studiano, si analizzano, si catalogano, si restaurano, ma la vita invece รจ fatta di scelte, tentativi, sogni per cui lottare, sofferenze da affrontare, incomprensioni da digerire.
Commento del 2018 – Fonte: Fede 2.0
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK