don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo di oggi, 12 Settembre 2022

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Anche Gesù ogni tanto ha incontrato delle persone che lo hanno lasciato a bocca aperta. Sono quelle persone che contravvenendo tutte le solite abitudini di fede, mostrano una fiducia nei suoi confronti libera da tutte quelle condizioni contrattuali con cui siamo soliti credere. Anche senza rendercene conto, mettiamo sempre delle clausole che suonano un po’ così: “Se ci sei batti un colpo”.

Ma nel vangelo di oggi Gesù incrocia la fede di un centurione romano che pare avere una fiducia tale nei suoi confronti che gli fa dire espressamente: “Signore fai ciò che pensi essere il meglio, e fallo senza nemmeno che ce ne accorgiamo”. Infatti Gesù, allertato della presenza di un malato a casa di questo centurione, si stava già recando lì per guarirlo: “Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: ‘Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito’”.

Ecco una fede che non cerca segni, conferme, rassicurazioni. Ecco una fede che si fida al punto di dire a Gesù: “Non sono nemmeno degno che tu venga, basta che tu lo dica, che tu lo voglia, e sono certo che tutto cambierà”. Gesù, per quest’uomo, riserva uno dei complimenti più belli del Vangelo: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».

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La pericolosità del contrario sta in un fatto molto semplice: una fede che cerca costantemente dei segni è destinata a durare tanto quanto il segno. Infatti appena il segno verrà meno finirà anche la fede. Ma la fede non è la somma di segni straordinaria, ma una fiducia in Qualcuno che non di rado non dà nessun segno e chiede solo di continuare a fidarci di Lui.

Anche Gesù è passato attraverso l’assenza di segni e di rassicurazioni. Sulla Croce Gesù si è sentito abbandonato, solo, eppure ha continuato a fidarsi. Credere è aver fede proprio in assenza di segni, quando ci si sente atei e invece si sta diventano credenti.

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“Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo”. Ai tempi di Gesù i servi sono come “oggetti”, eppure quest’uomo manifesta un cuore controcorrente.

Egli ama chi normalmente viene solo sfruttato e può essere tranquillamente sostituito. A un uomo con un cuore così Gesù non può negargli nessun miracolo, soprattutto perché a questa apertura interiore egli aggiunge anche una professione di fede: mi fido di te anche se non vedrò nessun segno!

Ecco il vero miracolo: incontrare un uomo così: “All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». […] CONTINUA A LEGGERE QUI.

Fonte: Fede 2.0

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK