Chi ha il cuore semplice comprende immediatamente Gesù. Chi è complicato invece percepisce Gesù come un problema da risolvere. E solitamente per risolvere i problemi abbiamo due tecniche infallibili: demonizzare, e mettere alla prova. Nel Vangelo di oggi un certo uditorio si scaglia contro Gesù dicendogli: (‘È perché fa affari con il demonio che riesce anche a scacciarlo”.
Altri invece: “Se è vero quello che fai stupiscici con un effetto speciale”. In entrambi i casi Gesù non acconsente alla facile provocazione. Invece tira fuori un insegnamento prezioso proprio in rapporto a come agisce il male nella nostra vita: “Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde”. Tradotto significa che per quanto possiamo armarci di buona volontà, buoni propositi e impegno, il male delle volte è più forte delle nostre forze, e se confidiamo solo nelle nostre capacità, prima o poi soccombiamo. La nostra forza invece non consiste solo nel fare tutto il nostro possibile, ma nel fare il nostro possibile insieme a Cristo: con lui, per lui, in lui. Senza Cristo è altissima la probabilità di disperdere tutto ciò che di prezioso abbiamo nella vita.
Ci sono poi momenti nella vita in cui abbiamo superato delle prove, abbiamo in un certo senso vinto il male che ci teneva prigionieri. Sono proprio quei momenti in cui pensi che ormai il pericolo è scampato e che non ti ritroverai più a combattere con simili cose. Ma la verità è che bisogna rimanere sempre in allerta.
“Quando lo spirito immondo esce dall’uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quelPuomo diventa peggiore della prima”.
Commento a cura di don Luigi Maria Epicoco.
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Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 15-26
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Parola del Signore