Il punto di partenza della nostra gioia, della nostra beatitudine è il nostro pianto. Questo è in sintesi il vangelo di oggi.
Ogni vera beatitudine ha un trampolino di lancio che è la realtà nuda e cruda che stiamo vivendo adesso. Credere non significa evadere, ma significa capire che ciò che ci inchioda, che ci fa soffrire, che ci toglie il sonno, che ci discrimina, che ci opprime, non possiamo fare finta che non esista. Esiste eccome! Ma non come qualcosa che ci condanna e basta, ma come qualcosa da cui partire.
La santità non è non avere pianto. La santità è avere una direzione dentro il pianto. E’ comprendere che non bisogna negare il dolore o la sofferenza, e nemmeno scenderci a patti, ma “accettare” per “attraversare”.
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I santi accettano la loro vita perché la vogliono attraversare. Gli altri o evadono in mille modi possibili, o accumulano rabbia fino alla fine dei giorni. In questo senso la parola “beato” che Gesù pronuncia in realtà suona come una promessa, come una direzione da prendere, come una strada da percorrere nel bel mezzo delle nostre rassegnazioni. I santi non sono degli “arrivati” ma dei “viandanti”.
E la negazione della santità è rimanere fermi. Buon cammino. Fatti santo!
Fonte: Fede 2.0
NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
La festa dei santi ci ricorda che la santità non è uno stato di beatitudine fuori dall’esperienza della vita, ma è una beatitudine nascosta al fondo di questa nostra vita. E anche lì dove c’è pianto, mancanza, ingiustizia, cose che non vanno, lì è nascosta una gioia che la si può incontrare solo a patto che si smetta di desiderare solo di avere un’altra vita, e si comincia ad approfondire la propria. Il male fa leva proprio sul desiderio di fuga, sulla convinzione che per essere felici bisognerebbe sbarazzarsi di ciò che siamo in questo momento, della nostra storia, del nostro esserci concretamente in questo mondo. […] Continua a leggere qui.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK