Il Vangelo di oggi potrebbe essere racchiuso in una for mula molto sintetica e popolare: la coscienza che rode. E se poi ci si aggiunge anche il fatto che la persona a cui rode la coscienza ha praticamente quasi tutto il nome che è un pro gramma allora le cose diventano ancora più chiare. Infatti è Erode l’uomo a cui rode la coscienza.
Ovviamente questa assonanza è solo una questione della lingua italiana eppure sembra calzare a pennello per un uomo che sarà stato anche un geniale politico ma che aveva evidenti problemi con il resto della sua vita. Erode rappresenta il conflitto che si crea in una persona quando un ambito della sua vita funziona e il resto invece va alla malora.
È un po’ come un professionista che sa fare bene il proprio mestiere ma è completamente incapace di gestire le sue relazioni, le sue passioni, le sue scelte di fondo. Infatti ad Erode basterà un balletto un po’ ammiccante della figliastra a fargli promettere metà del regno. E se non perde la metà del regno è solo perché il prezzo alternativo è diventato la testa di Giovanni Battista, attraverso un intrigo di palazzo con la regia di Erodiade.
A cosa serve essere bravissimi in un dettaglio della propria vita e poi vivere immersi nel caos delle proprie passioni, dei propri compromessi, di quelle situazioni che ci corrompono interiormente? Il prezzo è una vita dove c’è tutto ma si è fondamentalmente impauriti, sulla difensiva, preoccupati, ansiosi, infelici.
<<Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: “Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui”. Altri invece dicevano: “È Elia”; altri dicevano ancora: “È un profeta, come uno dei profeti”. Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: “Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!”>>.
Finché sarà rimasto vivo certamente Erode avrà dovuto fare i conti con quella grande coscienza che ha tentato di cancellare senza riuscirci e che si chiamava Giovanni Battista.
Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.