Il Vangelo di oggi inizia con una lamentela per l’inefficacia dei discepoli di Gesù: <<Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti>>.
Mi piace pensare che Gesù sia molto spesso nella condizione del Vangelo di oggi. Molto spesso, cioè, raccoglie le lamentele di come noi non siamo all’altezza di quello che facciamo come Chiesa e come credenti. E questo non avviene per difetto di performance ma molto spesso per mancanza di fede. La malattia di questo ragazzo infatti è una mescolanza di problematiche che mescolano lo psicologico, il neurologico e lo spirituale.
È sempre difficile capire se una problematica spirituale non s’innesta anche su una ferita psicologica, affettiva, relazionale, o fisica. Fatto sta che tutti gli sforzi fatti dai discepoli per liberare questo ragazzo sono stati inutili. Allora è Gesù che facendosi raccontare i sintomi di questo male interviene, ma non prima di essersi assicurato come punto d’appoggio la fede del padre che lo implora.
“Se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”, dice quest’uomo a Gesù. E Lui di tutta risposta risponde: <<Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede», Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: <<Credo, aiutami nella mia incredulità>>.
Tra tutti i racconti di miracoli e guarigioni questo è quello che più mi commuove. Infatti se un miracolo Cristo lo rende possibile a patto che ci sia la fede, qui il padre del ragazzo non è sicuro di averne abbastanza per poter avere il miracolo che domanda. Così c’è una richiesta miracolosa prima ancora di quello che noi pensiamo essere il miracolo: “Non sono certo di credere! Aiutami a credere! Aiutami a fidarmi! “, dice questo padre.
E non siamo forse noi nella stessa condizione di quest’uomo? Non siamo forse noi continuamente nel dubbio che forse abbiamo più incredulità che fede? Ma anche così possiamo domandare qualcosa: aiutaci a credere!
Commento di don Luigi Maria Epicoco al Vangelo di Mc 9, 14-29
Credo, Signore: aiuta la mia incredulità.