don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del Giorno – 15 gennaio 2020

“E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli”.

In questi primi versetti del Vangelo di oggi troviamo alcuni dettagli che possono diventare illuminanti per ognuno di noi. Il primo è nell’accogliere Gesù in casa. È Simone a portarlo tra le pareti domestiche, e sembra quasi suggerirci che fintanto che lasceremo la fede tra le mura delle nostre chiese, non capiremo fino in fondo il potenziale del Vangelo.

Infatti se ciò che crediamo non è assolutamente valido e vivibile nelle cose di ogni giorno, nelle nostre relazioni quotidiane, nella normalità della vita, allora una fede così non ci serve a nulla. Cristo deve permeare la nostra normalità, la nostra quotidianità, la nostra casa, ma non nel senso che deve trasformarla in un prolungamento di sagrestia o di bigotteria, ma nel senso che ogni frammento della nostra vita deve avere a che fare con la Sua luce.

Ed è proprio in questa casa che accade una modalità di preghiera che troppo spesso trascuriamo: “La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei “. Tante volte mi capita di ascoltare in confessione persone che mi dicono: “padre io non so pregare! Con Gesù ci parlo, gli raccomando i miei figli, la gente a cui voglio bene, le situazioni che vivo. Ma posso considerare questa preghiera?”.

Essa non solo è preghiera ma è una potente modalità di preghiera perché è la preghiera di intercessione. Dovremmo sempre avere il coraggio e la semplicità di parlare a Gesù della gente che ci è accanto e che tante volte soffre. Dovremmo imparare sempre ad intercedere.

E la risposta a questa intercessione non si fa attendere: “Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli”. Accostarsi, sollevarla, liberarla, cambiarla. È questa la sequenza del miracolo.


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