Forse in maniera piuttosto affrettata possiamo pensare che la reazione forte che Gesù ha nel Vangelo di oggi sia riferita solo alla grande tentazione di mescolare il denaro e il sacro. Ebbene dire che questa tentazione non ha mai abbandonato l’esperienza religiosa, ma essa nasconde a mio avviso qualcosa di più profondo.
Il denaro e il commercio ci danno l’illusione di poter controllare la divinità. Dio ovviamente non ha bisogno del denaro, ma immaginare di poter acquistare la sua benevolenza, la sua attenzione e il suo amore con una qualche forma di scambio, di commercio, di merito è ciò che alla base della perversa usanza di mescolare il denaro con le cose di Dio.
Ma le cose di Dio sono realmente Sue solo se si portano addosso una delle caratteristiche più importanti del Suo Essere, e cioè la gratuità. Solo Dio è gratuito e non chiede nulla in cambio per il suo Amore. Vivere come se Egli pretendesse qualcosa da noi significherebbe mettergli addosso le caratteristiche del paganesimo.
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Oggi il Vangelo ci interroga sul rapporto “gratuito” che abbiamo o meno con Dio.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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