“Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore”.
L’impossibilità a comunicare ciò che ci portiamo nel cuore è la prigione peggiore che il male possa infliggerci perché in questa mancanza di parole ci sentiamo tremendamente soli. Ecco perché la liberazione che Gesù porta a quest’uomo gli restituisce la parola.
Ascolta “don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 9 Luglio 2024” su Spreaker.In questo senso chiunque dona ascolto al prossimo esercita misteriosamente un esorcismo alla sua solitudine perché gli permette di dire ciò che non riesce a dire o che nessuno vuole ascoltare. A questo aspetto il Vangelo aggiunge un altro elemento:
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“Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!»”.
Se qualcuno volesse una bella definizione di Chiesa la troverebbe in questi versetti: la Chiesa è il prolungamento della compassione che Gesù prova per tutti coloro che vivono senza sapere perché, senza sapere per chi o che cosa valga la pena vivere.
La Chiesa non è un organizzazione efficiente di iniziative ma è il tentativo di far arrivare lo sguardo compassionevole di Gesù a tutti. Quando tradisce questo compito non ha neppure senso ad essere Chiesa.
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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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