AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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“Ascoltatemi tutti e intendete: non c’è nulla fuori dell’uomo che entrando in lui possa contaminarlo; sono le cose che escono dall’uomo quelle che contaminano l’uomo”.
Con una chiarezza cristallina, Gesù nel vangelo di oggi ci libera in un colpo solo da una visione superstiziosa della vita. Troppe spesso siamo convinti che le cose che viviamo, che proviamo, che ci accadono portino con sé non una neutralità ma un “male o un bene”.
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Pensando ciò ci deresponsabilizziamo perché facciamo dipendere la nostra vita dalle cose, dalle situazioni, dalle sensazioni. Uno che subisce non può essere uno che ne è anche responsabile, è sempre vittima, mai protagonista. La situazione di comodo di chi si pensa sempre vittima, e di chi pensa che basta gestire le cose e le situazioni per essere dalla parte giusta, ci fanno dimenticare che l’ultima parola sul nostro destino non è consegnata alle circostanze, alle situazioni, o persino alle nostre emozioni, ma è consegnata al cuore, cioè alla posizione che in maniera unica e personale noi prendiamo davanti alla vita.
In termini semplici dovremmo dire che ciò che conta non è se moriamo o meno di cancro, ma chi abbiamo deciso di essere davanti a quel cancro che ci è capitato o come abbiamo deciso di vivere quello che ci è capitato. In questo senso il cuore conta. Non conta come principio emotivo, ma come luogo decisivo in cui decidiamo la vita.
E se ciò è vero per il bene, allora è altrettanto vero per il male. “È quello che esce dall’uomo che contamina l’uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l’uomo”.
Si è cattivi o buoni puri o impuri, non per quello che ci accade, o per quello che c’è intorno a noi, ma per quello che decidiamo, scegliamo e assecondiamo nel cuore. Il vangelo così ci invita a un protagonismo vertiginoso.
Un altro commento dopo il video.
Altro commento da Facebook:
Tutti noi pensiamo che il male si trovi fuori di noi, e che si comporti come il contagio del Coronavirus. Allora basta indossare mascherine, guanti e disinfettante per non permettere al virus di entrare dentro di noi.
Ma Gesù dice nel Vangelo di oggi qualcosa di sconvolgente: il male non si comporta come un virus esterno a noi, ma come qualcosa che può sgorgare dal cuore stesso e proprio per questo contamina tutto il resto: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo».
Passiamo troppo tempo della nostra vita a controllare i peccati che facciamo fuori di noi, ma la vera ascesi riguarda soprattutto il nostro cuore. Dobbiamo domandarci se quel male che combattiamo fuori di noi siamo disposti a estirparlo dentro di noi. È la vigilanza sulla nostra interiorità il terreno di svolta della nostra vita.
Ecco perché i “padri del deserto”, grandi maestri di vita spirituale, consigliavano di “rivelare i pensieri” alla propria guida spirituale. Non si tratta di raccontare tutto ciò che ci passa per la testa, ma di trovare ciò che è più ricorrente dentro di noi e che molto spesso dice che cosa sta accadendo e cosa si può fare.