Il Vangelo di oggi ci tiene a sottolineare che gli scenari attorno a Gesù sono due: il primo è quello di chi gli è seduto intorno; il secondo è quello di chi non riesce a passare perché la folla è troppo grande e chi gli è seduto intorno fa da barriera. Ciò che collega il dentro e il fuori di questi due scenari è un gruppo di uomini: “Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui.
Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza”. Mi piace pensare che il primo miracolo del Vangelo di oggi sia proprio la creatività spericolata di questi uomini.
Il mondo di oggi se rimane ancora in piedi è per uomini così che capiscono che runica cosa che conta non è semplicemente lamentarsi perché qualcuno fa da muro, perché le cose non vanno, perché non è giusto, ma comprendono che l’unica cosa interessante che può cambiare le cose è lasciare che Cristo incontri personalmente queste cose che non vanno.
Per amore di questa convinzione sono disposti a tutto purché accada questo incontro che salva. “Veduta la loro fede, disse: <<Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi>>. Incontrare il perdono significa incontrare ciò che scioglie da quei legacci che ci inchiodano alle situazioni senza possibilità di andare avanti. Incontrare il perdono significa incontrare ciò che ci guarisce dal rancore.
Incontrare il perdono significa incontrare un amore che fa ripartire la vita. Incontrare il perdono significa vedersi liberi dalle nostre paralisi. Ed è bello pensare che a volte questa esperienza accade non perché ne siamo in grado noi, ma perché qualcuno ci presta la fede necessaria. È un po’ come dire che pregare per gli altri, occuparsi di loro, inventarsi qualcosa per loro non è mai inutile.
Dio guarda questo nostro metterci a disposizione. Speriamo che la nostra fede possa essere il punto di appoggio di un miracolo.
Commento di don Luigi Maria Epicoco.