don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 8 Luglio 2022

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“Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”.

Da sempre il cristianesimo è in pericolo come un agnello davanti a un lupo. Non a caso il numero immane di martiri che riempiono la storia dicono la verità di questo pericolo. Chi vive secondo Cristo con la sua stessa vita diventa un ostacolo a chi usa la mentalità del mondo. Basta vedere l’effetto urticante che produce un lavoratore onesto in un posto di lavoro fatto di sfaticati. Se tu scegli di vivere bene non ricevi gli applausi ma le pietre di coloro che si sentono umiliati dalla tua vita buona.

Essere e vivere così diversamente è come provocare i lupi. Per questo molti vengono sbranati, anche se non finiranno mai su un altare, o su un giornale. Il cristianesimo non è così sprovveduto da non sapere quanto possa essere controcorrente l’ideale evangelico, per questo non basta essere agnelli, o colombe, ma bisogna avere anche la prudenza dei serpenti. Cosa significa tutto questo?

Significa che non basta essere segno di contraddizione, ma bisogna intelligentemente aiutare gli altri a non sentirsi solo sbagliati nel vivere così, ma a far venir loro voglia di cambiamento, di rivoluzione, di capovolgimento. Funziona sempre? Il numero dei martiri che citavamo prima ci dice che c’è ancora molto da fare, ma non dobbiamo scoraggiarci.

“Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.  E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato”.

Dio non spreca nulla, specialmente il sacrificio di chi ci ha creduto davvero e per questo la sua testimonianza non può essere cancellata con facilità. Ma occorre muoversi senza ingenuità: la semplicità delle colombe deve andare sempre di pari passo alla prudenza dei serpenti.  Che un po’ come dire che bisogna essere autentici ma non sprovveduti. Cuore pulito e mente accorta.