AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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“Perché i tuoi discepoli non seguono la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”. Delle volte, per il bene del vangelo dovremmo imparare a non schierarci troppo velocemente dalla parte di quelli che ci sembrano “i buoni”.
Questo tipo di fretta ci fa perdere le ragioni di quelli che consideriamo “i cattivi”. Ma il vangelo non vuole innanzitutto dividere i buoni dai cattivi, ma farci rendere conto dell’umanità che c’è dietro a tutti, anche dietro a coloro che agiscono in maniera contraria alla mentalità inaugurata dalla predicazione di Cristo.
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Il Vangelo di oggi ne è un esempio perfetto. La rimostranza presentata a Gesù da alcuni farisei e scribi è la rimostranza di chi non si riesce a capacitare che i discepoli di Gesù agiscano troppo spesso fuori dalle righe. Può sembrare che Cristo fomenti questo tipo di atteggiamento. Ma la verità più vera di questa impressione sta in un capovolgimento di prospettive.
Gesù non invita i suoi discepoli a trasgredire, ma invita chi è osservante ad esserlo veramente. E per essere veramente osservanti non bisogna salvare la forma, ma il cuore. Il rischio di un osservante sta proprio nel fatto che la sua attenzione è tutta rivolta alla forma, a salvare la forma, l’apparenza, ma in realtà può escogitare modi che permettano di lasciare intatta la forma e trasgredire nella sostanza.
Ciò però non significa che Gesù invece sia un contestatore delle regole. Al massimo Egli contesta l’ipocrisia che ci prende nell’osservarle, ma non di certo dice bisogna vivere le cose senza nessuna regola. Ecco perché la discussione che ne nasce nel vangelo di oggi non è la giustificazione dell’atteggiamento dei suoi discepoli ma l’esame di coscienza che Gesù costringe a fare a coloro che innescano la polemica e muovono critiche.
Un po’ come a voler dire: “E’ peggio uno che non si lava le mani prima di mangiare o uno che manca di amore nei confronti del proprio padre o della propria madre?”. Viene da sé la risposta, fermo restando che non sarebbe male lavarsi le mani prima di mangiare.
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“Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”. Il Vangelo di oggi ci mette davanti a queste parole lapidarie di Gesù che dovrebbero davvero essere un esame di coscienza non solo per ognuno di noi, ma anche per le nostre comunità e le nostre esperienze ecclesiali.
Infatti sovente capita che tutta la nostra fede diventi solo la somma di tante tradizioni umane che sono lodevoli, belle, interessanti ma che a volte mancano il bersaglio sulla cosa che conta di più: il comandamento di Dio. Infatti a cosa servono le nostre tradizioni se poi ci dimentichiamo di amare il prossimo, noi stessi o Dio stesso?
Non è forse vero che certe volte Gesù, o i santi, sono solo il pretesto per fare cose nostre in cui non entra per nulla la logica del Vangelo? E così siamo “tradizionalmente” cristiani ma poi non lo siamo “realmente”. Gesù disse una volta nel Vangelo che “l’albero lo si riconosce dai frutti”. Dovremmo stare sempre molto attenti a non confondere i frutti con le foglie. Possiamo ostentare il cristianesimo così come un albero ostenta le sue foglie, ma la vera prova che stiamo vivendo la fede cristiana è nei frutti.
Questo sarebbe un buon discernimento da fare con lealtà per capire ciò che va tenuto e difeso, e ciò di cui possiamo tranquillamente fare a meno, o almeno evangelizzarlo di nuovo. Infatti non dobbiamo per forza buttare tutto, dobbiamo però far incontrare tutto con il fuoco del Vangelo.