

Ci sono giorni in cui il Vangelo ci racconta storie particolari. Altri giorni in cui si limita a descrivere semplicemente ciรฒ che accade. E poco importa se nel vangelo di oggi ad esempio Gesรน non parla mai. In realtร parla la sua presenza, il suo effetto sulla gente, la sua capacitร di suscitare un avvenimento.
โPassati allโaltra riva, vennero a Gennesaret e scesero a terra. Come furono sbarcati, subito la gente, riconosciutolo, corse per tutto il paese e cominciarono a portare qua e lร i malati sui loro lettucci, dovunque si sentiva dire che egli si trovasseโ.
Cโรจ come nella gente la sensazione che Gesรน รจ lโunico a cui si puรฒ consegnare la nostra debolezza, la nostra fragilitร , la nostra mancanza, la nostra malattia. Sono tutti buoni ad amare di noi ciรฒ che splende, ciรฒ che รจ bello, ciรฒ che รจ forte, ciรฒ che dร soddisfazione. Ma lโamore vero รจ amore per ciรฒ che in noi รจ scarto, รจ debolezza, รจ problema, รจ impedimento.
La gente sente che Gesรน sa prenderci sul serio nella nostra debolezza e la Sua attrattiva รจ come un vortice che coinvolge tutti.
โDovunque egli giungeva, nei villaggi, nelle cittร e nelle campagne, portavano gli infermi nelle piazze e lo pregavano che li lasciasse toccare almeno il lembo della sua veste. E tutti quelli che lo toccavano erano guaritiโ.
ร un ultimo dettaglio che non dovremmo mai trascurare quello del โtoccare Gesรนโ. Infatti finchรฉ lโesperienza cristiana si ferma ad essere solo unโesperienza intellettuale, informativa, teorica, questo non cambia la nostra vita. Abbiamo bisogno di fare esperienza di Cristo e non semplicemente ragionamenti su di Lui. In questo senso i sacramenti sono un modo esperienziale di entrare in rapporto con Lui.
E la nostra vita di preghiera dovrebbe sempre mirare allโesperienza e non alla semplice riflessione. Quasi mai perรฒ pensiamo al fatto che se la nostra preghiera non finisce con una decisione allora รจ stato solo puro esercizio teorico.
Sono le nostre decisioni la prova se abbiamo incontrato o no Cristo veramente.
Dopo il video un altro commento.
Dalla pagina Facebook di don Luigi:
Il primo luogo in cui facciamo esperienza di Cristo รจ la nostra debolezza, la nostra malattia, la nostra mancanza: โdovunque giungeva, in villaggi o cittร o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivanoโ.
Credo che il motivo sia evidente: quando siamo deboli, feriti, mancanti, ci accorgiamo di non bastare a noi stessi, ci accorgiamo della menzogna dellโautosufficienza. Il male insiste nel volerci convincere interiormente che saremo davvero liberi quando non avremo bisogno di nessuno, ma una persona รจ davvero libera quando accetta di avere sempre bisogno degli altri per poter essere se stessa, per poter amare, per poter affrontare la vita.
Finchรฉ lโuomo non fa pace con la sua creaturalitร allora giocherร sempre a fare Dio. E facendo questo gioco sperimenterร presto che ci si puรฒ far male. ร questo forse il motivo per cui quando stiamo bene, quando abbiamo la salute, quando le cose girano per il verso giusto ci prende subito la tentazione di poter mollare le relazioni, la preghiera, gli altri.
Essere umili significa capire che ogni nave ha bisogno della sua ร ncora, del suo timone, della sua vela, altrimenti non รจ piรน una nave che va da qualche parte, ma solo una nave alla deriva. In questo senso dobbiamo imparare a guardare con occhi nuovi anche i nostri periodi di crisi, perchรฉ ci ricordano davvero dellโessenziale di cui abbiamo bisogno.