Poteva accadere ai tempi di Gesù di ascoltare le sue parole e i suoi insegnamenti e dedurre erroneamente che il suo approccio era quello di eliminare l’insegnamento della Legge e dei Profeti.
Forse anche noi se facciamo una lettura superficiale del Vangelo possiamo cadere nel medesimo fraintendimento. Ecco perché forse Gesù sente la necessità di dire esplicitamente nel Vangelo di oggi questa considerazione:
“Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento”.
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Qual è la grande differenza? Quando Dio dà al popolo di Israele la Legge e l’insegnamento dei Profeti lo fa per rendere possibile la loro libertà. Infatti è un illusione pensare che si può essere liberi senza un metodo che renda possibile la libertà.
È come voler crescere in una capacità sportiva senza avere chiaro quali esercizi ti aiutano a fortificarti e a vincere. Ma con il tempo Israele ha fatto un uso della Legge e dell’insegnamento dei Profeti che invece che generare libertà ha generato oppressione e frustrazione.
Allora l’insegnamento di Gesù mira a ristabilire il compimento vero della Legge e dei Profeti, cioè a recuperare quel potenziale di liberazione contenuto in essi. Ecco perché è un’illusione anche per noi cristiani pensare di poter vivere il Vangelo senza una morale, ma guai se il Vangelo fosse ridotto semplicemente a un moralismo.
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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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