AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€
Ci sono cose bellissime nella vita che non hanno nessuna consistenza. Ce ne sono altre, invece, che non sono sono belle ma sono anche reali. La festa del Corpus Domini ci ricorda che la fede cristiana non è un idea consolatoria, una morale incentrata sull’amore, o una visione benevola dell’esistenza, ma essa è un fatto, talmente tanto fatto da averne un “corpo”.
Ecco perchè il cristianesimo non può fare a meno del rapporto con questo “Corpo” che è il “Corpo del Signore”, perchè è proprio a partire da esso che noi abbiamo la certezza di essere attaccati a qualcosa di reale e non a qualche fisima psicologica.
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Il Vangelo di oggi sembra essere la descrizione di ogni vera celebrazione Eucarestica sintetizzata in questo modo:
- Una domanda («Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?»)
- Una risposta («Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi»).
- Una condivisione (“Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio»).
- Un canto (“Dopo aver cantato l’inno”)
- Una partenza (“uscirono verso il monte degli Ulivi”)