La festa dell’Epifania ci ricorda quel minimo sindacale che permette al cristianesimo di esistere. Innanzitutto che la fede è un viaggio, non è un posto comodo, una convinzione priva di domande, o un libro da leggere. Ma a differenza di quello che ci propina il mondo abbiamo la certezza che questo viaggio ha una meta, che le nostre domande hanno una risposta, e che la vita è superiore alle idee.
Gesù è la meta, la risposta, e la vita che stiamo cercando. Sapendo ciò nessuno di noi vive da disperato, è invece un pellegrino in cammino come i Magi.
La seconda cosa che ci ricorda la festa di oggi è che persino Erode può fornire informazioni giuste, e questo ci fa fare memoria che anche nelle situazioni più buie, difficili e a volte ingiuste c’è sempre un bene nascosto che va preso sul serio.
La terza cosa è che è difficile arrivare realmente da Gesù senza una stella che ti guidi e ti infiammi di gioia. E’ la stella di un desiderio profondo che ognuno si porta dentro e che molte volte rimane seppellito dalle circostanze o dagli infiniti ragionamenti che facciamo nel tentativo di controllare la vita.
Ma la cosa che conta di più è che tutta la nostra fede ha un unico scopo: cercare e trovare Gesù. Se il cristianesimo odierno è in crisi (e con esso la Chiesa) lo è solo perchè tendiamo molto spesso a dimenticare che la persona di Gesù è l’unica cosa che conta, ma che molto spesso è la grande assente delle nostre vite personali ed ecclesiali: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”.
Cercalo, trovarlo, adorarlo sono le tre tappe di ogni autentica vita spirituale.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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