“Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada”.
Si può vivere di sole parole? Certamente no, e Gesù lo sa bene. Non basta raccontarsi discorsi giusti per poter vivere, si ha bisogno anche di qualcosa di concreto che ci aiuti ad andare avanti. La fede cristiana non è una questione di discorsi, ma una questione di fatti.
Anche il Vangelo per essere utile deve essere considerato un fatto, non una semplice parola. Infatti il Vangelo ha il potere di portare effetto concreto nel cuore di chi ascolta con cuore aperto.
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Ma il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci non è raccontato dall’evangelista Matteo per stupirci come un effetto speciale, ma per dire a ognuno di noi che la fede non è una questione di parole o di discorsi, ma un modo concreto, che passa anche attraverso il poco che effettivamente abbiamo (sette pani e pochi pesci); poco che però attraverso quella misteriosa Grazia che passa attraverso Gesù, ha il potere di sostenere la folla di circostanze, persone e situazioni che incontriamo nella vita.
Una volta chiesi a un giovane medico, papà di tre figli, perché si alzasse così presto la mattina per partecipare alla messa mattutina. Lui mi rispose:
“Se non venissi qui tutte le mattine io da solo non basterei nemmeno per arrivare a metà giornata”.
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Un cristiano quando capisce questo miracolo, smette di lamentarsi del suo poco e corre a offrirlo a Chi ha il potere di moltiplicarlo e farlo avanzare.
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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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