“Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
Quello che dovrebbe stare a cuore ad un cristiano non è imparare a memoria qualche informazione su Gesù Cristo, ne seguire semplicemente un sistema di valori da esso derivato. La cosa più importante nell’esperienza cristiana è imparare a “rimanere”, a “dimorare” nella Parola di Gesù.
Diciamoci la verità: la mancanza di rinnovamento, di cambiamento all’interno della Chiesa e delle nostre comunità, viene certamente dalla mancata confidenza con la Parola di Dio. Se considerassimo la Parola come un grembo, noi ci entreremmo dentro e ci lasceremmo nutrire, gestare (non gestire), da Dio. Come un grembo di madre, la Parola di Gesù poco alla volta ci nutrirebbe e ci farebbe crescere, e la prova sarebbe l’aumento esponenziale della nostra libertà.
Tornare a leggere e meditare la Parola di Dio potrebbe segnare l’inizio di un cambiamento epocale per la nostra vita personale e non solo. Quanto sarebbe bello obbedire a questo Vangelo magari tirando giù dai nostri scaffali il libro della Bibbia, e tornare a riaprirlo, a leggerlo, a invocare lo Spirito Santo affinchè un poco alla volta ci entriamo dentro, e impariamo a dimorarci.
Conosceremmo la Verità, ed essa ci farebbe liberi. E poi sarebbe un buon modo per prendere sul serio l’indicazione che esiste qualcosa che ci possa davvero liberare senza clausole ingannevoli che troviamo scritte in piccolo sotto qualche offerta. Gesù parla chiaro, e la Verità che ci annuncia, che è la Verità di un Amore liberante, ci introduce in una libertà grande che nessuna politica, nessuna cultura, nessuna mentalità del mondo possono davvero darci.
Poi ci dice anche qualcosa che non è di poco conto, e cioè che la Verità esiste, nonostante lo sport più diffuso sia quello di negare la sua esistenza e lasciarsi in balia della dittatura delle opinioni. In questo senso la Parola per un cristiano non è mai un’esperienza intellettuale ma un’esperienza esistenziale.