La pagina del Vangelo di Giovanni che leggiamo oggi ci testimonia la modalità con cui il Vangelo si è propagato per tutta la storia. Infatti tutto questo è accaduto per contaminazione di esperienza: Gesù incontra Filippo e lo chiama; Filippo incontra Natanaele e lo chiama; e così via.
La fede ci raggiunge sempre attraverso qualcuno. L’altro che ci coinvolge è sempre per noi il prolungamento di Gesù. Siamo tutti chiamati da Lui, ma Egli usa le parole, le braccia, i piedi, i volti di molte persone per chiamarci. E molto spesso in questa chiamata emerge tutta la nostra resistenza:
“Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi»”.
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Natanaele contrappone alle parole di Filippo il suo pregiudizio sugli abitanti di Nazareth. Un filosofo contemporaneo, Gadamer (1900-2002) sosteneva che ognuno di noi non è mai imparziale quando pensa o giudica qualcosa, ma è sempre dentro un condizionamento, un pregiudizio che si è venuto a creare proprio a causa della vita che ha vissuto fino a quel momento.
La cosa più sbagliata che possiamo fare è accontentarci del pregiudizio, cioè chiamare Verità solo le convinzioni che si sono sedimentate dentro di noi. Non esiste modo migliore per conoscere la Verità se non quello di lasciarci mettere in discussione dall’esperienza:
“vieni e vedi”
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gli dice Filippo. Sappiamo che Natanaele accetta e proprio per questo incontrerà un uomo che gli avrebbe cambiato la vita, Gesù il Figlio di Dio. Ma tutto questo non sarebbe stato possibile se si fosse accontentato dei suoi pregiudizi. Molta gente rifiuta la fede perché si accontenta dei proprio pregiudizi.
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Come avviene la vera evangelizzazione? Attraverso la parola degli amici. È questo quello che ci racconta il Vangelo di oggi: la chiamata dei discepoli avviene attraverso un umanissimo passaparola in cui fratelli e amici si incoraggiano l’un l’altro a prendere sul serio Gesù: “Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi»”. È così umano questo passaparola che anche i pregiudizi o gli spigoli caratteriali vengono fuori. E Gesù non è infastidito da tutto ciò, anzi proprio riguardo a Natanaele riesce a capire che questo suo essere fastidioso non nasce da un fare polemico ma dall’incapacità ad essere falso. […] Continua a leggere qui.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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