Si arriva al Signore molto spesso per tentativi. Ce lo ricorda in maniera chiara il Vangelo di oggi:
“Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui”.
La cosa che colpisce di questo dettaglio è il costante tentativo di questi uomini di portare davanti a Gesù quest’uomo. Ci provano ma non ci riescono per le vie ordinarie. Eppure la loro ostinazione è più grande di tutti gli impedimenti che incontrano, ed escogitano una maniera tutta originale per riuscire a introdurlo alla presenza di Gesù:
“Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza”.
Molti di noi conoscono persone che avrebbero bisogno di incontrare Cristo ma non hanno gli strumenti per poterlo fare da soli. Non hanno forse nemmeno fede e non riescono a pregare, come il paralitico del Vangelo di oggi che non solo non può camminare ma non riesce nemmeno a parlare a Gesù. Ecco allora che si manifesta la potenza dell’intercessione.
Quanto è potente la preghiera fatta per gli altri! Quanto porta frutto continuare con ostinazione a pregare per coloro che hanno bisogno di incontrare misericordia, consolazione, coraggio, cambiamento. E se non riusciamo a portarli a Gesù per la “porta principale” della Chiesa, offriamo noi stessi come una strada alternativa per arrivare comunque a Lui. Il Vangelo ci dice che Gesù
“Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati»”.
È la fede di questi uomini che ottiene a quest’uomo il miracolo. Ecco perché il tempo che passi davanti al tabernacolo per amore di qualcuno; il rosario che dici nelle ore più impensabili a favore di qualcuno; la carità che eserciti verso gli ultimi a favore di qualcuno, è la tua professione di fede a quel Dio che a partire proprio da quella fede dispenserà misericordia e grazia per tutte quelle persone che ti porti sulle spalle.
Fonte: nellaparola.it
NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
La scena raccontata nel Vangelo di oggi potrebbe essere letta in due modi paralleli: da una parte Gesù che insegna e discute con farisei e maestri della legge, e dall’altra un uomo malato portato su una barella che non riesce ad entrare a causa della folla. Sembra quasi che quest’uomo sia il messaggio di Gesù che non riesce ad entrare nella testa e nel cuore dei farisei e dei dottori della legge. Infatti il paralitico rappresenta la sofferenza concreta di un uomo che forse a causa propria o di quello che è accaduto nella propria vita, si ritrova in una posizione di svantaggio, di paralisi, di impossibilità. Un gruppo di amici riescono ad introdurlo davanti a Gesù attraverso il tetto. Essi forse rappresentano la Chiesa così come dovrebbe sempre essere, o ancora rappresentano la creatività dell’amore che trova sempre modi originali per ottenere un risultato. […] Continua a leggere qui.