“Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”.
Essere di Dio significa comportarsi come Gesù. E la caratteristica dell’amore di Dio consiste nel fatto che esso è libero dalla logica di “azione-reazione”. Infatti molto spesso quello che facciamo lo facciamo per reazione più che decisione. Ci viene infatti facile corrispondere al bene di uno che ci vuole bene, e ci viene altrettanto facile provare rancore nei confronti di uno che ci ha fatto del male.
Gesù ci chiede di liberare il nostro amore da questo meccanismo, e di consegnarlo invece a una logica di gratuità che nulla a che fare con il semplice “sentire”, ma è invece “decidere”.
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“Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
Tradotto significa: se tu ami solo quando ti senti di amare qual è la differenza tra te e chiunque altro? Decidi di amare invece anche quando senti che è faticoso, quando le tue emozioni ti dicono il contrario, quando la reazione più umana potrebbe essere l’odio. In pratica Gesù ci chiede di fare la differenza tra ciò che sentiamo e ciò che decidiamo.
Siamo figli suoi non quando sentiamo sensazioni buone, ma siamo soprattutto figli suoi quando pur sentendo sensazioni negative decidiamo di fare scelte di bene mettendoci contro questi umanissimi sentimenti di pancia. È Gesù che ci chiede di ragionare con un altro metro di giustizia.
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Si può accettare la richiesta del Vangelo che ci chiede di amare, ma la cosa sconvolgente del messaggio di Gesù non consiste nel semplice amore, ma nell’amore ai nemici: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”. Una richiesta simile sembra andare contro quella naturale propensione che tutti abbiamo ad essere reattivi rispetto all’esperienza che viviamo. Se riceviamo un bene siamo disposti a dare un bene, se riceviamo un male siamo capaci di rispondere con il male. Ma Gesù dice che questo modo di vivere è il cuore stesso del paganesimo. La via cristiana è invece una via controcorrente rispetto a questa naturale reattività a specchio. […] Continua a leggere qui.
Commento al brano del Vangelo di: Mt 5,43-48
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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