don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 31 Marzo 2022

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“Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita”.

Si può conoscere tutto il catechismo, tutta la Bibbia a memoria, tutta la teologia, tutti i riti ma rimanere distanti da Dio se si pensa che il cristianesimo sia la somma di tutte queste cose. Per noi il cristianesimo è Gesù Cristo, e la dottrina, la Parola, la teologia, la liturgia sono solo modi altri di scoprire, amare, e aggrapparci a Lui.

Un cristianesimo senza la persona di Gesù è fumo senza arrosto. Sarebbe solo un’ideologia in mezzo alle altre o un insieme di moralismi adatti solo a complicare la vita delle persone. Infatti non di rado sento dire: “ma perché voi cristiani vi complicate così tanto l’esistenza?”. Chi non coglie la persona di Gesù dietro la fede cristiana ha solo l’impressione di trovarsi in uno dei tanti schemi religiosi di cui bisogna liberarsi per essere liberi.  

“Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”.

Il bello (anzi il peggio) è proprio questo: avere tutto davanti agli occhi e non accorgerci dell’essenziale: tornare alla persona di Cristo. Tutto il resto sono chiacchiere o perdite di tempo imbellettati di religiosità e fanta-teologie. La conversione a cui ci invita il Vangelo di oggi non ci coinvolge solo personalmente ma ci interroga anche come comunità, come Chiesa.

Stiamo costruendo attorno la Sua Persona o attorno delle strategie pastorali, a iniziative, a concetti, a tentativi anche lodevoli in ambito caritativo ma che non sono un modo più forte e decisivo di aggrapparci a Lui. C’è ancora Gesù lì dove tutto parla di cristianesimo? C’è ancora Lui o solo l’ombra delle Sue idee?

Ognuno con lealtà deve provare a rispondere senza paura e con molta umiltà.

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Si può conoscere tutto il catechismo, tutta la Bibbia a memoria, tutta la teologia, tutti i riti ma rimanere distanti da Dio se si pensa che il cristianesimo sia la somma di tutte queste cose. Per noi il cristianesimo è Gesù Cristo, e la dottrina, la Parola, la teologia, la liturgia sono solo modi altri di scoprire, amare, e aggrapparci a Lui.

Un cristianesimo senza la persona di Gesù è fumo senza arrosto. “Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”. Avere tutto davanti ai nostri occhi e non accorgerci dell’essenziale: tornare alla persona di Cristo. Tutto il resto sono chiacchiere o perdite di tempo imbellettati di religiosità e pseudo-teologie.

La conversione a cui ci invita il Vangelo di oggi non ci coinvolge solo personalmente ma ci interroga anche come comunità, come Chiesa. Stiamo costruendo attorno la Sua Persona o attorno delle strategie pastorali, a iniziative, a concetti, a tentativi anche lodevoli in ambito caritativo ma che non sono un modo più forte e decisivo di aggrapparci a Lui.

C’è ancora Gesù lì dove tutto parla di cristianesimo? C’è ancora Lui o solo l’ombra delle Sue idee? Ognuno con lealtà deve provare a rispondere senza paura e con molta umiltà.