Tante sono le strade che ci portano a Cristo. A volte รจ la curiositร , altre volte gli amici, altre volte la famiglia, altre volte ancora lโesperienza sconvolgente dellโamore. Ma non dobbiamo dimenticare che a volte a Gesรน si arriva anche attraverso la strada stretta del dolore e della disperazione. Il papร e la donna di queste due storie raccontate nella pagina del vangelo di oggi sembrano mossi esattamente da questa drammaticitร di fondo.
Sono ormai senza nessuna speranza, le hanno provate tutte. La donna ha persino perduto tutti i suoi averi, e Giairo รจ a pochi minuti dallโirreversibile esperienza della morte della figlia, che tra lโaltro avverrร . Non dobbiamo meravigliarci, delle volte รจ proprio perchรฉ non sappiamo piรน dove sbattere la testa che cominciamo a ricordarci che sulla nostra testa cโรจ il cielo.
Il nostro orgoglio ci fa dire che per coerenza non dovremmo farlo, ma quando si soffre sul serio anche lโorgoglio va a finire sotto i piedi. La reazione di Gesรน รจ quella di non accontentarsi di fare un miracolo, di dare una grazia. Gesรน vuole incontrare personalmente queste persone. A lui non interessa la malattia di quella donna, a lui interessa quella donna: โEd egli guardava attorno per vedere colei che aveva fatto questoโ.
Gesรน vuole incontrarci nelle nostre storie concrete, anche o forse soprattutto quando esse si mostrano a noi nella loro contraddizione, nella loro mancanza di speranza. Nessuno si augura di vivere una sofferenza, e non รจ Dio a mandarcele, ma il vangelo di oggi ci dice che persino lรฌ Gesรน puรฒ farsi spazio e venire a cercarci. E nel cercarci innanzitutto si fa nostro compagno di viaggio: โGesรน andรฒ con luiโ.
ร giร questo un miracolo: sapere che non siamo soli. Infatti รจ la solitudine, il sentirci soli davanti a ciรฒ che viviamo la cosa che ci fa piรน male.
E al termine di questa compagnia il miracolo: ricevere come dono ciรฒ che a noi non era possibile. Non รจ forse giร questa unโanticipazione di resurrezione? Davanti le nostre situazioni di morte qualcuno che dice: โAlzati!โ.
Commento al brano del Vangelo di: Mc 5, 21-43
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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