Cโรจ sempre accovacciata dietro la nostra porta la tentazione di pensare che il fatto di credere ci renda migliori degli altri. La fede non serve a sentirsi i primi della classe. La fede serve a riscoprire quanto siamo umani. E molto spesso รจ lโesperienza della nostra miseria a ricordarci ciรฒ, piรน ancora che lโesperienza dei nostri successi. Infatti quando si va davanti a Dio cominciando a dire: โGrazie perchรฉ mi hai dato la vita, grazie perchรฉ mi hai dato la fede, grazie perchรฉ cerco di seguire ciรฒ che mi hai domandato, grazie perchรฉ mi sforzo di non trasgredire, ma grazie soprattutto perchรฉ non faccio schifo come quello che mi รจ seduto accantoโ; cโรจ qualcosa che non funziona.
Credo che sia questo il significato della parabola raccontata da Gesรน nel Vangelo di oggi: โDue uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e lโaltro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietร di me peccatoreโ. ร evidente che tra i due รจ il secondo che si trova nella logica giusta, che รจ la logica non del primo della classe, ma la logica di chi si sente bisogno di perdono, di misericordia, di amore.
Il primo pensa di essersi guadagnato con le sue buone azioni lโamore di Dio, ma la prova che รจ fuori dalla logica dellโamore รจ proprio il disprezzo che nutre per gli altri. Lโaltro toccando i propri limiti si accorge di quanto il suo bisogno di essere perdonato lo rende molto solidale con gli altri fino al punto di smettere di giudicarli per affidare se stesso. โIo vi dico: questi tornรฒ a casa sua giustificato, a differenza dellโaltro, perchรฉ chi si esalta sarร umiliato e chi si umilia sarร esaltatoโ. La memoria delle nostre cadute dovrebbe toglierci ogni residuo di presunzione, superbia e vanagloria.
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Vangelo del giorno
Lc 18, 9-14
Dal Vangelo secondo Luca
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In quel tempo, Gesรน disse ancora questa parabola per alcuni che avevano lโintima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
ยซDue uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e lโaltro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: โO Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedoโ.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: โO Dio, abbi pietร di me peccatoreโ.
Io vi dico: questi, a differenza dellโaltro, tornรฒ a casa sua giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร umiliato, chi invece si umilia sarร esaltatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.