Quando ci convinciamo che finalmente abbiamo capito tutto allora dovremmo cominciare a preoccuparci perché a certe convinzioni solitamente seguono grandi batoste.
“Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio”.
È l’esperienza che fanno i discepoli nel Vangelo di oggi. Ed è per questo che Gesù così risponde:
“Adesso credete? Ecco, verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me”.
È proprio quello il momento in cui non solo i discepoli non capiranno più nulla, ma proprio per quella confusione reagiranno con la più umana delle reazioni: scapperanno. La solitudine a cui condanneranno Cristo sarà una delle esperienze più dolorose della Passione. Ma Gesù dice apertamente che per quanto si sentirà umanamente solo, Egli sa bene che non è radicalmente solo perché il Padre è sempre con Lui.
“Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!”.
La pace che Gesù viene a portarci, non è quella emotiva, è la pace che scorre nella parte più profonda di noi, quella parte che si sostiene proprio quando sembra tutto perduto. Non possiamo evitare le tribolazioni che ci vengono dal mondo, ma possiamo continuare ad avere fiducia nonostante le tribolazioni. È questa la grande vittoria della fede, difendere la fiducia in Dio proprio quando tutto ci sembra venire contro e Lui sembra paradossalmente assente. In quella sensazione di assenza e in quella evidenza di sconfitta dobbiamo fare memoria delle parole di Gesù:
“io ho vinto il mondo!”.
È la memoria di questa vittoria ce ci fa rimanere in piedi anche nelle sconfitte. A noi molte volte manca una visione d’insieme della storia, guardiamo sempre tutto come se il presente fosse l’ultima parola. Un cristiano sa già come finisce la storia ed è per questo che non si scoraggia fino al punto di gettare la spugna.