«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Nella dinamica della fede a volte dimentichiamo questa indicazione che dà Gesù nel Vangelo di oggi. Cercare Dio non è uno sforzo che alla fine ce lo fa trovare, ma è ricordarsi che se noi stiamo cercando lui, lui sta cercando noi prima che noi stessi potessimo averne consapevolezza. Tutto quello che viviamo nel nostro desiderio è già anticipato da lui.
Dovremmo quasi dire che i nostri desideri sono l’eco di ciò che lui ha già fatto. Se desideriamo incontrarlo, significa che lui si è già messo a cercarci. Se desideriamo amarlo, significa che lui ci ha già amato per primo. Se desideriamo pregare, significa che lui ci ha già supplicati per primo. Il nostro Dio non è “un motore immobile” come direbbe Aristotele.
Il nostro Dio è un Dio che ci viene incontro, che prende per primo l’iniziativa, che compie ciò che domanda. La fede è un dono. Solo dopo questo dono possiamo anche fare la scelta di dire di sì e di no. La fede non è l’esperienza di un self service dove ognuno si sceglie ciò che vuole. La fede è come l’amore, lo si può solo riconoscere, non lo si può stabilire a tavolino. In questo senso pensare a Dio come il primo vero protagonista significa liberarci da quell’immagine che ce lo fa percepire sempre fermo e impassibile, in attesa che noi facciamo qualcosa.
A lui interessiamo fino al punto che ci è corso incontro mandandoci suo Figlio. Gesù è il modo con cui Dio ha preso l’iniziativa dell’amore e ci ha tolto il giogo della Legge che ci aveva convinto tutti che bastava sottostare a una tecnica per vedersi anche felici. Siamo felici solo se ci accorgiamo che qualcuno ci ama anche se non abbiamo le carte in regola. Che qualcuno ci ama contro tutto e contro tutti. Che qualcuno ci ama anche se noi non vediamo nulla di amabile in noi stessi. <<Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo>>. Se uno mangia un amore così, vive per davvero.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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