don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 30 Agosto 2023

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Come si potrebbe dire a una persona che esteriormente sembra il migliore di tutti, ma in realtà dentro si porta i frutti peggiori della morte? Gesù ci aiuta con le parole durissime del Vangelo di oggi:

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità”.

La durezza di Gesù è proporzionale all’amore che prova per questa gente. La sua è la parresia* dell’amore, la chiarezza di chi sa che soltanto dicendo la nuda e cruda verità magari ci si può svegliare. Ma delle volte è così dura la scorza che ci siamo costruiti intorno che nemmeno le martellate dell’amore possono demolire le nostre chiusure.

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E Gesù comunque continua a bussare, a battere, a martellare, nella speranza che qualcuno alla fine capisca che una vita vissuta con la morte dentro e l’ipocrisia fuori non rende felice nessuno.

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”.

Riusciamo a diventare maestri guardando la storia passata ma alla fine commettiamo nel presente i loro stessi errori. Sta parlando con me e con te. A noi sta rivolgendo queste parole dure. E noi come vogliamo reagire? Vogliamo anche noi indignarci? O vogliamo aprire questa porta e lasciare finalmente entrare aria pulita?

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L’ipocrisia finisce di essere un problema solo quando si decide di smettere di fingere di essere migliori e si accetta di essere bisognosi come tutto il resto del mondo. L’ipocrisia è quel guscio dentro cui ci rifuggiamo per non affrontare mai veramente l’incontro con la verità di noi stessi. Gesù ci dice non solo che quell’incontro è necessario, ma che Lui è con noi affinché non ne rimaniamo schiacciati.

Nota – Cosa vuol dire Parresia: Parresia (dal greco παρρησία, parresía, composta di πᾶν, pān, “tutto”, e di ρῆσις, rhēsis, “discorso”) letteralmente significa “libertà di dire tutto”. È frequente nel testo greco del Nuovo Testamento dove indica il “coraggio e la sincerità della testimonianza”.

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Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità”. Nel mondo del politicamente corretto funziona sempre la regola d’oro di salvare la faccia. Pensiamo che la nostra vita valga la sua “facciata”, ma in realtà ciò che dice davvero chi siamo è quello che ci portiamo nel cuore e che nessuno vede. La lotta al peccato, ad esempio, non è semplicemente lotta a tutto quello che potrebbe farci perdere di stima nei confronti degli altri. La vera lotta al peccato è lotta per tutto quello che non si vede di noi e che teniamo ben nascosto nel segreto del nostro cuore. In questo senso Dio è tale solo se lo facciamo entrare nel segreto di noi stessi. […] Continua a leggere qui.


✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 23,27-32

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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