È troppo poco per il Vangelo essere giusti, noi dobbiamo essere molto più che giusti:
“Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.
La giustizia di questo mondo coincide con il semplice stare alle regole. È una giustizia che salva innanzitutto la forma. Ma la verità è che la giustizia che ci viene dal Vangelo è una giustizia che supera anche le misure delle regole e della forma. È una giustizia che va alla sostanza delle cose, e molto spesso questa sostanza è nascosta a una lettura meramente superficiale della vita.
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Compiere il proprio dovere ci rende giusti, ma amare ciò che si fa ci rende cristiani. È l’amore che fa la differenza. Non basta non uccidere qualcuno con le proprie mani. Bisogna ricordarsi che ci sono tanti modi per uccidere il proprio fratello. Ad esempio ignorandolo, dimenticandoci di lui, denigrandolo, parlando male, mostrare agli altri le sue debolezze, ridicolizzarlo.
Tutte queste cose non le troviamo nel codice penale, ma davanti alla Parola di Gesù ognuna di queste cose è grave come un omicidio. Può sembrare un’esagerazione, ma la verità è che il Vangelo vive di questa misura esagerata. Ecco perché c’è bisogno di un’intelligenza molto più profonda nel giudicare le cose.
È quell’intelligenza che ci ricorda che non ha senso offrire a Dio qualcosa se si ha qualche conto in sospeso con il proprio fratello. Dio guarda la nostra capacità d’amare, non la nostra capacità di cadere in piedi.
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“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Gesù sembra dirci nel Vangelo di oggi che è troppo poco seguire delle regole. Ciò che ci dovrebbe contraddistinguere come cristiani non è la semplice applicazione di uno schema ma bensì il suo superamento. Siamo chiamati a un di più che non può essere calcolato da nessuna regola fissa. Ecco perché Egli chiede cose più esigenti rispetto a quello che potrebbe sembrare il senso comune: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”. […] Continua a leggere qui.
Commento al brano del Vangelo di: Mt 5,20-26
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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