“Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!»”.
Il Vangelo di oggi ci ricorda una verità che troppo spesso dimentichiamo. Gesù non è venuto nel mondo per dispensare carezze e sorrisi. La sua vocazione, il suo destino è liberarci dal peccato. Se Gesù non ci libera dal peccato, e dalle conseguenze del peccato, cioè la morte, non ci serve a un bel nulla.
Troppo spesso nel cristianesimo abbiamo abbassato la portata salvifica di Gesù trasformandolo in un semplice uomo saggio che regala perle di saggezza per “vivere bene”. Gesù non è un guru che vende buoni sentimenti, ma Colui che può liberarci.
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Ma anche a questo proposito forse è utile dire in che cosa consiste questa redenzione. Essere liberati dal peccato non significa che automaticamente noi non pecchiamo più, ma significa che non siamo più costretti a peccare.
Gesù ci dona la libertà necessaria per poterci contrapporre al male, per non scendere a compromessi con lui a causa della nostra debolezza, delle nostre ferite, dei nostri limiti. E compie ciò attraverso lo Spirito, cioè attraverso un esperienza di Amore talmente tanto indelebile da cambiarci radicalmente.
Infatti i veri liberi sono solo quelli che si sentono amati. Chi non si sente amato sperimenta di non essere libero fino in fondo. Gesù è venuto a donarci un Amore talmente tanto indelebile da permetterci una libertà radicale. Dice Giovanni:
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“L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo”.
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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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