La cronaca della morte di Giovanni Battista, cosรฌ come ce la riporta il Vangelo di Matteo, non รจ solo il resoconto della violenza dei potenti, ma รจ anche una lezione per i tempi presenti.
Ascolta โdon Luigi Maria Epicoco โ Commento al Vangelo del 3 Agosto 2024โ su Spreaker.Giovanni infatti paga la sua parresia, il coraggio di chiamare le cose per nome: Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodรฌade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva:
ยซNon ti รจ lecito tenerla!ยปโ.
Cโรจ da dire perรฒ che Giovanni non urla la veritร in faccia ad Erode per provocarlo o per costringerlo a ucciderlo, ma come estremo atto di bene nei suoi confronti. Dire la veritร รจ un modo di amare lโaltro. E questo lo sappiamo per certo perchรฉ Erode non accoglie con gioia la costrizione di decapitare Giovanni:
โVenuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodรฌade danzรฒ in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: ยซDammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battistaยป. Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinรฒ che le fosse data e mandรฒ a decapitare Giovanni nel carcereโ.
Perchรฉ Erode rimane โcontristatoโ dalla morte di chi lo accusava pubblicamente? Forse perchรฉ in cuor suo sapeva che Giovanni aveva ragione e in un mondo dove tutti vogliono usarti o compiacerti รจ un miracolo trovare qualcuno che ti dica le cose come stanno veramente.
Mi piace pensare che lโannuncio della veritร del Vangelo sia come quello di Giovani Battista, un modo di amare e non di accusare, un modo di fare del bene e non semplicemente di provocare. Diffido invece molto da chi si fomenta annunciando la veritร e pensando che solo il fatto di dirla lo renda migliore degli altri.
A costoro va ricordato che anche il demonio puรฒ dire la Veritร ma lo fa per il motivo contrario a quello di Giovanni: accusa per condannare, e non annuncia per salvare.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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