


Il Vangelo di oggi fa entrare in scena la mitezza e lโostinata attesa di un anziano:
โOra a Gerusalemme, cโera un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto dโIsraele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signoreโ.
ร lui la vera icona dellโattesa. Unโintera esistenza passata ad attendere quel momento, quel dono straordinario di poter avere tra le braccia questo bambino. Gesรน rappresenta il Senso della vita. E tutta la nostra esistenza รจ una continua ricerca di questo senso, di questo mistero che trasfigura tutte le cose, di questo nocciolo duro e affidabile che rende ogni giorno degno.
Simeone รจ un monito per ciascuno di noi, egli ci ricorda che dobbiamo credere di piรน a ciรฒ che il Signore ci mette nel cuore che allโevidenza delle cose che sembrano invece dirci che il tempo passa e noi abbiamo atteso invano. Dio non ci tradirebbe mai mettendoci nel cuore qualcosa per poi negarcela nella realtร . Attendere รจ un altro modo di dire che dobbiamo fidarci.
E chi si fida forse un giorno potrร fare lโesperienza di questโuomo che posseduto davvero da unโincontenibile gioia profetizza parole straordinarie:
โMosso dunque dallo Spirito, si recรฒ al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesรน (โฆ) lo prese tra le braccia e benedisse Dio: ยซOra lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perchรฉ i miei occhi han visto la tua salvezza (โฆ)โ.
Dio ci conceda di poter un giorno vedere con i nostri occhi la speranza che ci portiamo nel cuore. Ma fino a quel giorno dobbiamo sempre domandarci se vogliamo vivere rassegnati o vivere come questโuomo. Simeone รจ il contrario della rassegnazione. Di lui potremmo invece dire che cโรจ lโeterna giovinezza, perchรฉ giovane รจ chi ancora si aspetta qualcosa dalla vita.
La giovinezza non รจ mai un fatto anagrafico ma una questione di attese vive o rassegnazioni tenute a bada.
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Ci sono due cose che accompagnano Gesรน fin dallโinizio della sua vita: lโumiltร e la povertร . Ce lo ricorda il Vangelo di oggi raccontandoci lโepisodio della sua presentazione al Tempio. Gesรน non cerca eccezioni, trattamenti speciali. Fin dallโinizio della sua vita si sottomette alla Legge e lo farร sempre, persino trentโanni dopo il giorno del suo battesimo: si metterร in fila con tutti gli altri per essere battezzato da Giovanni.
ร una caratteristica importante dellโumiltร quella di non ricercare โeffetti specialiโ ma accettare la normalitร come la via piรน giusta perchรฉ si compia la nostra vita. Gesรน ha santificato e si รจ santificato nella normalitร . Ma cโรจ anche un altro dettaglio che emerge dal racconto del Vangelo di oggi: lโofferta del sacrificio cosรฌ come prescriveva la Legge. Una persona agiata economicamente doveva offrire un agnello, mentre i poveri erano dispensati da tale offerta potendo sostituire lโobolo con una coppia di tortore.
Giuseppe e Maria sono poveri, ce lo dice indirettamente il Vangelo. La povertร รจ stata la seconda caratteristica che ha accompagnato tutta la vita di Gesรน. Ma anche essa lungi da diventare pauperismo, ostentazione di povertร . Essa รจ piuttosto uno stile di libertร , di sobrietร , di semplicitร , di capacitร di non perdere di vista lโessenziale. Il Natale รจ quel tempo in cui deve fissarsi nella nostra memoria questo doppio alfabeto di Gesรน.
Solo la via dellโumiltร e della povertร riescono a fare da argine giusto al passaggio della Grazia di Dio. Lโorgoglio e lโattaccamento alle cose impediscono a Dio di agire in noi.