don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 28 Giugno 2023

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“Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete”.

Ma c’è anche da dire che prima che vengano smascherati hanno solitamente il tempo di fare molti danni. Infatti è un male antico quello di travestirsi da buoni, da giusti, da moralisti, da praticanti, ma la verità è che molto spesso uno che ostenta qualcosa è perché fondamentalmente non ce l’ha.

Non si può ostentare bontà, povertà, umiltà, senza cadere nel ridicolo, infatti chi usa queste cose per vantarsi solitamente non è né buono, né povero, né umile. Gesù dice che “dai frutti li riconoscerete”, ma vorrei aggiungere che c’è anche qualche altro modo per accorgercene. Diffidate di chi si prende troppo sul serio, di chi non sa sorridere di se stesso, di chi fa finta di ascoltare ma parla solo lui, di chi dà troppe pacche sulle spalle facendoti sentire sempre un po’ sbagliato.

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I falsi profeti hanno sempre tutto chiaro per questo odiano il confronto, non dialogano ma sentenziano, non uniscono ma uniformano. Ecco perché il Vangelo non ha paura a dire che di persone così non ci si può fare nemmeno un buon fuoco, ma solo fuoco di scarto, quello che i contadini accendono per smaltire i rifiuti delle piante, i rami secchi e le foglie morte:

“Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere”.

Per questo, arrivata la sera, quando facciamo il nostro esame di coscienza, dovremmo attraversare con coraggio tutte le foglie di cui siamo fatti, tutta l’apparenza di cui siamo rivestiti, e cercare almeno un frutto che dica che quella giornata non è stata sprecata.

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E se non ne troveremo nemmeno uno, almeno avere l’umiltà di offrire al Signore il nostro niente senza credere che il fumo di cui tanto spesso è piena la nostra vita possa ingannare anche Lui.

Gesù loda chi ammette la propria miseria, ha invece in grande antipatia gli ipocriti. Deponiamo le maschere da pecora e lasciamo che il lupo si converta.

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“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete”. Mai come in questo momento storico queste parole di Gesù risultano attuali. Infatti stiamo assistendo al moltiplicarsi di molte esperienze anche in seno alla Chiesa, ma siamo certi che esse vengono davvero da Dio? L’unico criterio di giudizio non sono le apparenze, ma i frutti. Bisogna però stare attenti a non confondere i frutti con i numeri. Se una qualunque esperienza ecclesiale, o la lodevole iniziativa di qualcuno suscita l’interesse di molti, bisogna però domandarsi cosa essa effettivamente produce. Se ci si sente rassicurati solo dal fatto che ad esempio in un certo tipo di esperienza o in una tale proposta si prega molto, si dicono molti Rosari, ci si rivolge spesso a Maria, si usano quotidianamente i sacramenti, ma poi si insinua la divisione, si attacca il Papa, la Chiesa, la comunione, allora ecco i lupi travestiti da agnelli. […] Continua a leggere qui.


✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 7,15-20

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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