Oggi la liturgia ci fa fare memoria dei Santi Innocenti martiri. Essi sono il frutto del perverso ragionamento di Erode che si sente minacciato dalla nascita di Gesù: (‘Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi”. Perché Erode scatena la strage di quei bambini? Perché è forte?
No. Perché ha paura! È la paura che lo rende un mostro. La paura di perdere il regno. La paura di perdere quello che lui considera un potere. Ciascuno di noi può trasformarsi in Erode se lascia che la propria paura di perdere ciò che abbiamo prenda il sopravvento. Siamo noi autori di stragi (anche senza uccidere fisicamente nessuno).
Il possesso alla fine ci possiede. Erode pensa di essere il re ma non si accorge di essere uno schiavo asservito alla sua stessa paura. Gesù non ci promette regni ma ci assicura che se lo seguiamo possiamo essere re (cioè liberi) della nostra vita. Le stragi nascono sempre quando qualcuno mette in discussione i progetti dei potenti. Ma Erode non è uno lontano da noi. Noi siamo Erode ogni volta che siamo disposti a sacrificare qualsiasi cosa più di ottenere quello che vogliamo.
Noi siamo Erode quando pensiamo che Gesù dentro la nostra vita ci rovina i piani. Noi siamo Erode quando accecati dalle nostre pretese schiacciamo chi ci sta accanto senza pensarci due volte. Noi siamo Erode quando pensiamo che per essere felici bisogna intrallazzare con le tenebre e con le logiche del mondo.
Ma di queste stragi più o meno latenti, un giorno dovremo rendere conto davanti a Dio. Perché il pianto di Rachele non è un pianto a vuoto. Dio raccoglie sempre ogni lacrima di vittima. La nostra fede è sapere che il grido degli innocenti alla fine troverà giustizia. Dio non è solo misericordioso ma è anche giusto. E in lui l’amore non cancella la giustizia ma la compie pienamente. Gesù è venuto appositamente per riempire di speranza il dolore innocente.