“Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo»”.
La scelta che il Vangelo di oggi ci pone davanti è assolutamente chiara: salvare la faccia o salvare i fatti? Molte delle nostre energie le sprechiamo per salvare la faccia, per mettere a credere agli altri di essere “brave” persone, e non investiamo quasi niente nella sostanza, nei tentativi, nella pratica.
Salvare i fatti significa liberarsi dalla dipendenza dell’opinione altrui e impegnarsi costantemente a vincere il “non ho voglia” per fare la differenza nel campo. In questo senso chi la faccia l’ha già persa è già avvantaggiato: “I pubblicani e le prostitute vi supereranno nel regno dei cieli”; perché molti di essi decisero di cambiare vita nonostante l’opinione della gente li aveva ormai etichettati come perduti e inaffidabili. Dio guarda il cuore, non i sondaggi dei vicini di casa. #dalvangelodioggi
don Luigi Epicoco su Facebook (commento del 2017)