C’è una maniera per mettere in difficoltà Gesù: costringerlo a venire allo scoperto. Da quale parte sta? Da quella di Dio o da quella dei peccatori? È ovvio che i suoi ascoltatori scribi, farisei e dottori della legge sono convinti di trovarsi davanti ad un eretico, e in quanto tale va screditato davanti a tutti, ecco perché il pretesto dell’adulterio di una donna diventa l’occasione giusta per far cadere Gesù in trappola:
“Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo”.
La reazione di Gesù non è la foga di una risposta polemica ma bensì l’inaspettato silenzio e l’apparente distacco dalla scena cruenta che gli mettono davanti. Sa bene infatti che di lì a poco quella donna sarà uccisa in maniera atroce a colpi di pietre.
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“Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani”.
Con questa risposta geniale Gesù non solo salva la vita alla donna ma redime una volta per tutte la questione se è dalla parte di Dio o dalla parte dei peccatori. Ovviamente Gesù è dalla parte di Dio e proprio per questo è dalla parte dei peccatori, nel senso che la verità non può mai essere negata ma ha bisogno di arrivare nella vita degli altri non come una pietra che uccide ma come una possibilità di rialzarsi dagli errori. Ecco perché Gesù non solo salva la vita a questa donna ma le ricorda anche cosa dovrà fare ora che ha la vita salva:
“«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»”.
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La scena dell’incontro di Gesù con l’adultera è uno di quei racconti del Vangelo che dovrebbero più ispirarci. Infatti molto spesso siamo noi quelle persone che non sanno regolarsi tra due esigenze apparentemente l’una contraria all’altra: da una parte il bisogno di difendere un valore (in questo caso la fedeltà) e dall’altra la possibilità concreta che le persone sbaglino. Cosa dobbiamo salvare dunque i principi o le persone? Ci verrebbe da dire le persone ma in realtà salvare qualcuno senza fargli la carità della verità significherebbe prenderle in giro. Gesù sa bene che qualunque risposta darà sarà sbagliata, ma trova un modo per tenere insieme entrambe le esigenze, e lo fa ricordando ai suoi interlocutori che innanzitutto i primi esseri umani fragili sono proprio loro che stanno condannando questa donna: “«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». […] Finisci di leggere qui.
Commento al brano del Vangelo di: Gv 8,1-11
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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