HomeVangelo del Giornodon Luigi Maria Epicoco - Commento al Vangelo del 27 Febbraio 2024

don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 27 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 23, 1-12

La cosa peggiore che possa accadere a un’istituzione o a chi ha una responsabilità educativa nei confronti di qualcun altro è sentirsi rivolgere lo stesso rimprovero che Gesù rivolve agli scribi e farisei:

“Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno”.

Riconoscere che le loro parole sono giuste, ma accorgersi che la loro vita è completamente in contraddizione con le cose che dicono. Quando chi annuncia una cosa vera non ne è anche testimone, rischia di oscurare anche quella cosa vera.

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Gesù invita la folla a saper fare la differenza tra la predica e il predicatore, ma la vera svolta sarebbe far diventare testimone colui che annuncia. Un padre che dice delle cose giuste ai figli e poi gli dà con la sua vita un esempio sbagliato è un padre senza autorevolezza.

E così la Chiesa, la scuola, la politica, un educatore e così via. È la nostra testimonianza l’argomento vincente per le cose giuste che vogliamo trasmettere agli altri, diversamente ci nasconderemo dietro dei ruoli solo per affermare noi stessi ma non perché abbiamo a cuore la Verità e il bene.

Infatti non serve a nulla farsi chiamare maestri se non si è anche testimoni, come non ha senso farsi chiamare padri se poi non si è paterni. Il vero criterio è non dimenticare quanto afferma Gesù:

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“Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”.

Più si ha una responsabilità e più bisogna coltivare questa umiltà che indica Gesù.

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“Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito”. Il rimprovero che Gesù rivolge nella pagina del Vangelo di oggi riguarda tutti noi nella misura in cui passiamo il tempo a pontificare sulla vita degli altri senza capire che non ci viene chiesto di essere bravi con la vita altrui ma con i tentativi nella nostra. […] Continua a leggere qui.


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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