don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 27 Dicembre 2022

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“Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro”.

Perché Giovanni arriva per primo? Chi gli dà la forza di correre più veloce? Forse la sua giovane età o forse quell’annotazione di cui è pieno tutto il suo Vangelo: Giovanni è il “discepolo amato”. È l’amore che fa volare Giovanni.

È l’amore che ci mette le ali. E non abbiamo bisogno di convincere nessuno rispetto a questa evidenza, perché se anche solo una volta nella vita abbiamo sperimentato l’amore ci siamo certamente accorti che tutto è diverso quando si è amati. Hai una forza diversa, un coraggio diverso, uno sguardo diverso, un atteggiamento diverso.

L’amore ci cambia, ci trasfigura, ci abilita, ci rende capaci di cose impossibili. Forse è questo il motivo per cui lo stesso discepolo Giovanni quando dovrà dare una definizione di Dio dirà “Dio è Amore”. Questo è il segreto di tutto il cristianesimo: Dio manda Suo Figlio nel mondo affinché ognuno possa sperimentare un amore che lo salvi.

Ma la manifestazione di questo amore è per ognuno diversa, unica, misteriosa, da scoprire. Dio si può manifestare come amore attraverso un amico, un figlio, una donna, un uomo, una missione, un mestiere, un pezzo di natura, una passione. Ognuno deve poter scoprire Dio scoprendo questa manifestazione di Amore nella sua vita. Avere la fede significa accorgersi che qualunque sia questa manifestazione il suo vero nome è Gesù.

È Lui il nome dell’Amore.

Fonte

NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACBOOK

“Quello che Gesù amava”. Non credo ci sia definizione più bella che possa descrivere l’apostolo Giovanni, di cui oggi celebriamo la festa. Egli era quello che Gesù amava. Ma non perché non amasse anche gli altri, però certamente questo discepolo più piccolo di tutti aveva nel cuore di Gesù un posto speciale. È il grande tema della preferenzialità. Non dobbiamo dimenticare che per colpa della preferenzialità Caino uccide Abele, i fratelli di Giuseppe si sbarazzano del fratello, e Saul tenta di uccidere Davide. Non sopportiamo che qualcuno sia più amato di noi. Ma il Vangelo è proprio questo che ci annuncia: ognuno di noi è come Giovanni, è come Abele, è come Giuseppe, è come Davide, è, cioè, preferito agli occhi di Dio. […] Continua a leggere qui.