HomeVangelo del Giornodon Luigi Maria Epicoco - Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2024

don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 13,1-9

Due fatti di cronaca sono il pretesto che Gesù usa per far svegliare la gente e noi dal torpore che ci convince che le cose tragiche succedono sempre agli altri.

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È proprio questo tipo di convinzione che ci fa rimandare la nostra conversione a un futuro indeterminato. Invece la cronaca nera che tante volte riempie i telegiornali durante l’ora di pranzo o di cena dovrebbe spingere ciascuno di noi a convertirci, non tanto per non fare la stessa fine, ma per non divenire noi stessi causa di male per gli altri, o impreparati davanti a ciò che non si può prevedere.

Poi Gesù prende di petto un altro aspetto essenziale: fino a quando possiamo rimandare le conseguenze delle nostre azioni? Per spiegarcelo racconta una parabola:

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«Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai».

Non è contraddittorio dire che Dio è infinitamente misericordioso ma la Sua pazienza ha un limite? Assolutamente no, infatti noi siamo infinitamente amati da Dio, sempre, senza ripensamenti, ma questo amore non ci protegge dalle conseguenze delle nostre azioni.

Se l’amore ci deresponsabilizzasse non sarebbe più amore perché ci toglierebbe la libertà. Invece è proprio perché siamo liberi che siamo responsabili delle nostre azioni, e chi ti ama può pazientare ma alla fine non può evitarti la conseguenza delle tue scelte.

Quindi scegli ora che hai tempo, perché poi il tempo finisce.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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