Il Figlio di Dio, secondo i discepoli, può toccare un malato, un indemoniato, un peccatore, ma un bambino no.
Perché finché la misericordia si presenta come guarigione, liberazione e perdono allora riusciamo anche a capirla, ma quando si presenta come tenerezza gratuita senza un fine immediatamente evidente allora cominciamo a fare fatica.
Ascolta “don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 25 Maggio 2024” su Spreaker.Eppure innanzitutto la misericordia è un gratuito e disinteressato gesto di tenerezza di Dio nei nostri confronti. E se delle volte diventa guarigione, liberazione e perdono, questo non deve ingannarci nel farci pensare che quell’amore è sempre un amore con un motivo pratico. Noi siamo amati per noi stessi, e lo siamo in maniera gratuita e senza secondi fini, fossero anche fini buoni.
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“Gesù, veduto ciò, si indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano da me; non glielo vietate, perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro. In verità io vi dico che chiunque non avrà ricevuto il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto»”.
Ricevere il regno di Dio come i bambini significa lasciarsi evangelizzare da questa gratuità di amore con cui siamo amati da Gesù. È mettersi nell’atteggiamento non di chi deve dimostrare qualcosa o meritarselo, ma da chi si lascia voler bene senza opporre resistenza. Credo che sia questo il motivo per cui il Vangelo finisca con un’immagine che dovrebbe costantemente accompagnarci:
“E, presili in braccio, li benediceva ponendo le mani su di loro”.
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Lasciarsi prendere in braccio da Lui è questo il segreto per accogliere nel migliore dei modi il regno di Dio. Da quella nuova prospettiva tutta la nostra vita cambia, si rinnova, ci libera davvero.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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