Più volte Gesù si incontra e si scontra non solo con malattie che affliggono il corpo delle persone, ma anche con il male che nella sua radice più profonda ha proprio lo scopo di bloccare il nostro cammino, di chiudere l’orizzonte della vita, di lasciarci inceppati sempre allo stesso punto.
Il male non è solo una questione simbolica, non è un modo di chiamare un meccanismo misterioso della nostra psiche o della nostra interiorità. Il male esiste come una realtà personale che può usare diverse cose di noi contro di noi. È il caso dell’esorcismo che Gesù opera nel racconto del Vangelo di oggi. Protagonista è un ragazzo che pare afflitto da epilessia, ma in questo caso l’epilessia non è il problema ma solo la parte esteriore di qualcosa di più profondo.
«Maestro, ho condotto da te mio figlio che ha uno spirito muto; e, quando si impadronisce di lui, dovunque sia, lo fa cadere a terra; egli schiuma, stride i denti e rimane rigido. Ho detto ai tuoi discepoli che lo scacciassero, ma non hanno potuto». È interessante che i discepoli “non hanno potuto” fare nulla. Eppure hanno ricevuto da Gesù potere sui demoni. “Glielo condussero; e come vide Gesù, subito lo spirito cominciò a contorcere il ragazzo con le convulsioni; e, caduto a terra, si rotolava schiumando”. Da questo momento in poi sembra che la partita la si giochi tra Gesù e la fede del padre del ragazzo: “«se puoi fare qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».
E Gesù: «Dici: “Se puoi!” Ogni cosa è possibile per chi crede». Subito il padre del bambino esclamò: «Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità»”. Questo è tra i dialoghi più intensi e meravigliosi di tutto il Vangelo. Infatti è il dialogo tra la disperazione della preghiera di un padre e la misericordia di Gesù che dice “tutto è possibile per chi crede”. Ma allora il vero problema è un altro: ci credo veramente? “Signore io credo, ma aiutami a credere veramente”.
«Lo spirito, gridando e straziandolo forte, uscì»; ecco il miracolo di chi domanda la fede per avere fede.
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Vangelo del giorno
Mc 9, 14-29
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.